Gli utili di una srl possono essere prelevati esclusivamente dai soci che possono lavorare o meno all’interno della società. E proprio in base al modo diverso in cui si rapporta con la società stessa, cambia il suo carico fiscale. Ecco perchè è necessario svolgere un lavoro di pianificazione fiscale annua che vada a pianificare gli utili nel corso dell’anno tenendo conto anche della tipologia dei soci che compongono la compagine sociale della società presa in considerazione.
In questo contesto, si possono verificare 4 differenti casistiche:
1. Distribuzione degli utili al socio che apporta esclusivamente il capitale senza lavorare in azienda;
2. Distribuzione degli utili al socio lavoratore;
3. Distribuzione degli utili al socio che esercita solo l’attività di amministratore ;
4. Distribuzione degli utili al socio lavoratore e contemporaneamente amministratore.
Vediamo ora come cambia il carico fiscale al variare della figura del socio in presenza della distribuzione degli utili.
Carico fiscale in presenza della distribuzione utili al socio che apporta solo capitale.
Quando si ha un socio che apporta solo capitale si parla di socio finanziatore. Il socio finanziatore non paga contributi INPS di nessun genere proprio perchè non produce alcuna forma di reddito. Di conseguenza nel momento in cui si va a calcolare il carico fiscale complessivo, in quasto caso totalmente a carico della società, si dovrà tener conto:
dell’IRES 24%
dell’IRAP 4%
e sugli utili verrà poi trattenuta una ritenuta a titolo d’imposta del 26% sulla quota spettante al socio.
CARICO FISCALE = 100 – 24 – 4 = 72 UTILE
72X 26% = 18,72
CARICO FISCALE = 24 + 4 + 18,72 = 46,72
Carico fiscale in presenza della distribuzione utili al socio lavoratore
SI è in presenza di un socio lavoratore quando questo presta la sua manodopera all’interno dell’attività. In questo caso il calcolo del carico fiscale, oltre che dell’IRES e dell’IRAP a carico della società, dovrà tener conto anche della quota dei contributi INPS che il socio lavoratore, artigiano o commerciante che sia, deve versare all’INPS. IN genere qusti contributi osclillano tra il 24 e il 25% a seconda della categoria. Qui prendiamo in considerazione il 24%. Tali contributi sono esclusivamente a carico del socio e non sono detraibili per l’azienda ovvero non sono sostenuti dall’azienda per conto del socio. Come si riesce a comprendere facilmente già ad occhio, il carico fiscale complessivo in questo caso cresce notevolmente. Vediamolo numericamente.
IRES 24%
IRAP 4%
e sugli utili verrà poi trattenuta una ritenuta a titolo d’imposta del 26% sulla quota spettante al socio.
CARICO FISCALE = 100 – 24 – 4 = 72 UTILE
72X 26% = 18,72
+ 24 CONTRIBUTI INPS PAGATI DAL SOCIO
CARICO FISCALE COMPLESSIVO = 24 + 4 + 18,72 + 24 = 70,72
In questo caso la pressione fiscale aumenta, anche se il socio matura il diritto alla pensione.
Carico fiscale in presenza della distribuzione utili al socio che esercita solo l’attività di amministratore
Questo caso si verifica quando il socio si limita a svolgere l’attività di amministratore. Per tale attività l’amministratore può ricevere un compenso che per legge viene assoggettato a trattenute irpef e alla gestione separata INPS pari al 35% che per 2/3 è a carico dell’azienda e 1/3 a carico del dipendente. Il costo dell’amministratore è deducibile per l’azienda.
Il carico fiscale complessivo del compenso dell’amministratore dipende dal compenso che viene erogato all’amministratore. Più è elevato il compenso, più è elevata l’aliquota irpef applicata al compenso e di conseguenza più elevato è il carico fiscale. In linea di massima tuttavia si può dire che il carico fiscali in questo casi va da un minimo di 43,56 ad un massimo di 53%.
Carico fiscale in presenza della distribuzione utili al socio lavoratore e amministratore
Questo diciamo è il caso limite che comprende entrambe le casistiche indicate in precedenza. Siamo davanti ad un socio che contemporaneamente è socio lavoratore che versa i suoi contributi INPS ed allo stesso tempo è socio amministratore che riceve un compenso dalla società.
Se si ipotizza l’applicazione di un ‘aliquota minima irpef minima (23%) e massima (43%) la pressione fiscale varia dal 43% al 53% aumentati tuttavia di ben 24 punti percentuali a causa dei contributi INPS indiviuali sostenuti dai soci.
Sulla base delle situazioni esaminate, il carico fiscale più vantaggioso si verifica nel caso della situazione ordinaria ovvero nel caso del socio finanziatore o al massimo in presenza di una società con socio non lavoratore ma amministratore (con compenso minimo) Tuttavia non bisogna spaventarsi in presenza delle altre casistiche poichè attraverso la pianificazione fiscale si possono raggiungere risultati vantaggiosi.