La ditta individuale o meglio l’attività di impresa individuale, viene definita come quel tipo di attività svolta da una singola persona che organizza e coordina in proprio fattori produttivi, in particolare capitale e lavoro, al fine di promuovere un’attività economica basata sulla produzione, erogazione e/o scambio di beni e servizi, assumenndosi tutte le responsabilità derivanti dalla stessa. Il titolare infatti unisce il suo patrimonio personale con quello della ditta e, lo stesso subisce le variazioni economiche a seconda dell’andamento dell’attività. Con l’articolo 2195 del Codice Civile si difiniscono le attività propriamente commerciali , alle quali il legislatore, attraverso l’art. 55 del D.P.R. 917/86 ne ha volute aggiungere delle altre che, se non svolte in modo esclusivo identificano altre tipologie reddituali. Tra queste vi sono le attività di allevamento; di produzione e vendita prodotti zootecnici; di produzione di vegetali in strutture mobili e fisse; di acquacultura ecc. ecc.A seconda del volume d’affari o del tipo di attività diversa da quella agricola o commerciale, si potrà parlare di piccolo imprenditore e/o imprenditore artigiano. Per la Costituzione della ditta individuale non serve nessun atto costitutivo ne elaborazione di uno statuto societario. Gli adempimenti quindi per costituire una ditta individuale, oltre a quelli legati all’apertura della partita iva presso l’Agenzia delle Entrate, alla comunicazione inps,all’iscrizione al registro imprese in caso di attività commerciale, ed eventuale iscrizione all’INAIL, sono legati all’ottenimento delle varie licenze legati all’uso di eventuali locali necessari all’espletamento dei processi produttivi. Ad esempio per svolgere un’attività alimentare sono necessarie le autorizzazioni relative all’idoneità dei locali rilasciate dalle ASL, il rilascio della HCCP relativa all’igiene dei locali, l’iscrizione al Registro delle Imprese con la specifica autorizzazione all’esercizio di attività alimentari ed ortofrutticole per le quali si rende necessario almeno l’attività di dipendente presso attività simili per almeni 2 anni ed altre regole legate alle disposizioni sulla sicurezza).Quindi riepilogando:Tra i principali vantaggi si annoverano:
- unico titolare con conseguente rapidità decisionale;
- facilità nell’apertura e nella costituzione dell’impresa individuale;
- semplicità della tenuta delle scritture contabili;
- imposte annuali fisse inferiori rispetto a quelle societarie (vedasi ad esempio i diritti camerali);
- prestiti a tasso agevolato erogati da vari enti, qualora venga riconosciuta la presenza di elementi fondamentali per la richiesta del finanziamento.
Tra i principali svantaggi si possono elencare:
- la responsabilità illimitata del titolare per i debiti contratti dalla ditta nei confronti di terzi i quali in caso di fallimento, potranno rivalersi anche sul patrimonio privato del titolare e dell’eventuale coniuge in caso di comunione dei beni;
- la minore facilità per l’ottenimento di finanziamenti bancari, in particolare all’inizio dello svolgimento dell’attività d’impresa, in quanto non esiste un capitale fisso a garanzia, se non quelle fornite direttamente dal patrimonio del titolare;
- pagamenti delle imposte più elevate rispetto alle società in presenza di utili piuttosto alti (reddito d’impresa escluse detrazioni > di € 45.870,00) poichè, mentre le società sono soggette ad un’aliquota fissa sul reddito imponibile (IRES) pari al 27,5% qualunque esso sia, nel caso di ditte individuali, il reddito imponibile sarà assoggettato a differenti aliquote impositive a seconda dello scaglione di appartenenza del reddito imponibile stesso. Tra l’altro in presenza di utili superiori ai minimali inps scattano le maggiorazioni anche di tali contributi che aggravano notevolmente la situazione dell’imprenditore.